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Ti accompagno a lavoro, in bici.

“Vorrei andare in bici, ma…” quante volte da utilizzatori quotidiani della bicicletta in città ci siamo sentiti dire queste parole, con quel ma seguito dal “non so che strade fare”, “ho paura del traffico”, “come mi vesto per non sudare”, o “la spesa dove la metto”.

Tutti dubbi leciti per chi è alle prese con il cambiamento delle proprie abitudini di mobilità cittadina.

A Torino, per rispondere a questo bisogno è nato il progetto Towndem.

Lanciato da tre amici, Valentina Marsaglia, Francesca Tabasso e Marco Cimberle, Towndem ha trasformato la frustrazione e la fatica del pedalare in strade cittadine ancora troppo intasate di automobili in un’opportunità di condivisione e cambiamento.

“Towndem, il cui nome nasce dal gioco di parole “town”, città, e “tandem”, il mezzo per eccellenza della condivisione della pedalata, è un progetto di accompagnamento di chi vorrebbe usare la bicicletta in città ma non sa da dove cominciare – spiega Valentina Marsaglia. – L’idea è molto semplice: condividere la nostra esperienza di ciclisti urbani e aiutare le persone a individuare il percorso più adatto per raggiungere il luogo di lavoro, l’università o i posti frequentati abitualmente, a scegliere la bicicletta per lui/lei più funzionale e l’abbigliamento più opportuno in base alle varie stagioni”.

Il progetto Towndem, “adottato” dall’Associazione Bike Pride Fiab Torino, per offrire visibilità e supporto organizzativo, ha un obiettivo chiaro: portare sempre più persone a scegliere la bicicletta, perchè fa bene a chi pedala e a chi respira l’aria della nostra città, che ricordiamo essere tra le più inquinate d’Europa, e nonostante ancora in tanti non ci credano, è anche più veloce.

A Torino, la media degli spostamenti quotidiani interni alla città per motivi di lavoro è di 3.2 km (dati Istat), di questi il 44% è percorso in auto. Ne possiamo dedurre che ci sono spostamenti di pochissimi chilometri che potrebbero essere facilmente e comodamente fatti in bicicletta, con benefici per l’individuo e la collettività. Considerando inoltre che la media degli spostamenti in auto negli orari di punta è di appena 8 km/h, la scelta della bicicletta, con i suoi 12-14 km/h per una città come Torino diventa conveniente sotto ogni aspetto. 

“Grazie anche ad altri volontari, ci mettiamo a disposizione per accompagnare la persona a lavoro e, se vuole, la torniamo a prendere a fine giornata. A fine percorso registriamo una piccola intervista per raccogliere le prime impressioni. Ma prima di tutto ci studiamo il percorso, proponendo un paio di opzioni, magari una più diretta e più veloce e una più lunga ma che permette maggiore percorrenza su percorsi ciclabili progetti. E poi si inizia a pedalare insieme, senza fretta, osservando e condividendo consigli e trucchi. Durante il percorso mettiamo in pratica alcuni “trucchi” su come comportarsi in strada”. Già, perché pedalare in città non è solo questione di rispetto del codice della strada, ma è anche imparare a gestire le insidie di città in cui le auto sono ancora considerate veicoli di serie A e chi è al volante non sempre mostra la dovuta attenzione e rispetto a chi è sulle due ruote. Ci sono i binari dei tram, le strade con lastre di pietra e tombini con le feritoie poste in posizione longitudinale, le buche, le portiere aperte incautamente, le strade strette in cui non c’è lo spazio sufficiente per un sorpassi, ma spesso si vive la percezione di impazienza di chi è al volante alle spalle di chi pedala che può creare timore e bisogna esserne pronti per evitare movimenti bruschi e vivere più serenamente la pedalata. E poi c’è la pericolosa e diffusa “malasosta”, per cui “sì, devi stare a destra ma non troppo in modo da riuscire a prevedere eventuali comportamenti maldestri di chi è nel veicolo ed evitare anche di essere superato in modo azzardato” aggiunge Valentina.

Una delle “accompagnate” è stata Simona, 45 anni, impiegata. Il suo tragitto casa-lavoro è di 2.5 km, 20-25 minuti in bus, ma sarebbero appena 10-15 min in bici. 

Il primo incontro è avvenuto con mappa della città alla mano: un modo per scoprire le vie da percorrere e creare una nuova percezione della città.

“Non sempre le ciclabili sono ben segnalate e visibili”, spiega Francesca Tabasso “quindi la difficoltà di chi inizia a pedalare in città per la prima volta è individuare quali percorsi scegliere”.

Gli accompagnatori ricordano anche le regole base del Cds: l’illuminazione della bici, il segnalare le svolte con il braccio, ma anche il divieto di pedalare sui marciapiedi e sotto i portici. 

“Molti non sanno che si può pedalare nelle vie pedonali, cosa che è invece consentita a meno che non ci sia affollamento e rimanere in sella alla bici possa diventare pericoloso, ma vale sempre la regola del buon senso”, aggiunge Valentina.

Adele, 16 anni, ha subito un brutto incidente in bicicletta giusto un anno fa. Ora vuole riprendere ad usare la bcici la bici e così, con i genitori Cristina e Paolo, per superare la paura iniziale e ripensare il percorso più adatto per raggiungere i suoi allenamenti di canottaggio si è affidata a Towndem: un pomeriggio di riappropriazione del mezzo.

C’è chi ci contatta Towndem e Bike Pride anche solo per avere consigli su quale mezzo comprare. Laura di Alba, in provincia di Cuneo, per esempio ha contattato l’associazione per avere consigli sulle cargo bike per portare i bambini a scuola, se esistono assicurazioni, su come comportarsi in strada.

Towndem non è solo un accompagnamento “tecnico”, quindi. Ma la promozione di un vivere la città sotto un altro punto di vista, quello delle due ruote, ma sempre con gentilezza per evitare il conflitto tra gli utenti della strada.

Il tema della mobilità ciclabile, soprattutto nell’ultimo anno, con la costruzione di nuove ciclabili, è stato molto trattato sui media locali, tra polemiche e critiche alle nuove infrastrutture. E così tra gli “accompagnati” anche Pierfrancesco, cronista locale, che Bike Pride ha invitato a pedalare per vivere sulle proprie gambe i nuovi percorsi dal punto di vista di chi poi li usa tutti i giorni. Insomma, pedalare per credere.

Informazioni pratiche

Ognuno di noi conosce un amico, un collega, un amico che usa l’auto in città per tragitti molto brevi: parliamo loro di Towndem e invitiamoli a provare per un solo giorno un mezzo di trasporto più sostenibile e più veloce. 

L’invito è rivolto anche alle aziende e ai mobility manager che vogliono sensibilizzare i propri dipendenti.

Il progetto è ora nella sua fase sperimentale e l’accompagnamento è gratuito per i soci Fiab. Per chiedere un accompagnamento o per approfondire e replicare il progetto, si può scrivere a pedala@towndem.it 

 
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