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[av_heading heading=’2013 | Le ciclabili di Torino recensite dai ciclisti’ tag=’h2′ style=’blockquote modern-quote modern-centered’ size=” subheading_active=” subheading_size=’15’ padding=’10’ color=” custom_font=”][/av_heading]
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[av_button label=’Le ciclabili viste dagli utenti.doc’ link=’manually,https://bikepride.net/wp-content/uploads/2018/04/Le-ciclabili-di-Torino-dal-punto-di-vista-degli-utenti-e-delle-associazioni.doc’ link_target=’_blank’ size=’small’ position=’left’ icon_select=’yes’ icon=’ue823′ font=’entypo-fontello’ color=’theme-color’ custom_bg=’#444444′ custom_font=’#ffffff’]

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Ciclabili ad ostacoli, la Torino a due ruote dal punto di vista degli utenti.

Aiutiamo i tecnici a progettare meglio le strade per le biciclette.

Le schede ciclabili non vogliono fornire indicazioni prettamente tecniche ma focalizzare l’attenzione sulle esperienze e sull’effettivo utilizzo da parte degli utenti mettendo in evidenza pregi e difetti riscontrati abitualmente.

Le schede grafiche schematizzano con immagini, caratteristiche principali, pregi e difetti  ogni pista ciclabile grazie ad una sintesi delle risposte degli utenti che hanno compilato il questionario.

RIEPILOGO  RISULTATI su 300 risposte  (https://docs.google.com/spreadsheet/viewform?formkey=dDlzNDZaQ3BzZU1QMU13dEZaR1ZOb0E6MQ)

Gli utenti, grazie al questionario, hanno espresso un giudizio a tratti fortemente, a tratti parzialmente negativo rispetto al servizio della “ciclabilità” a Torino e hanno focalizzato l’attenzione in maniera preponderante sulle piste ciclabili urbane.

La valutazione media del servizio  della “ciclabilità” (scala 0 – 10, qualità, sicurezza, percorribilità, connessione / rete, estensione, ecc.. ) è  5,1

La valutazione media specifica del parametro sicurezza delle ciclabili riportate è: 5,9

La valutazione media specifica del parametro percorribilità (facilità nel seguire il tracciato, raggiungibilità,  indicazioni visibili, adeguatamente larga, ben connessa..) delle ciclabili riportate è: 5,2


Sintesi difetti:

Difetti e problematiche generali messe in risalto dagli utenti:

  1. Mancanza di una visione globale del servizio e delle infrastrutture in termini strategici. Mancanza di un metodo tecnico – progettuale coerente. Guardare oltre gli aspetti quantitativi relativi ai Km di piste ciclabili. La ciclabilità deve essere definita sotto la logica di “servizio” e deve comprendere una visione di insieme che guarda all’urbanistica, alla viabilità , al verde, alla sicurezza stradale (zone 30, traffic calming, parcheggi, facilitazioni, ecc..)
  2. Permane l’idea che le infrastrutture per la mobilità ciclabile rappresentino una concessione per i ciclisti e non un servizio di viabilità – trasporto che porta vantaggi ambientali, sociali, economici alla città ed ai cittadini (come il servizio di trasporto pubblico serve a ridurre i danni del traffico).
  3. Incapacità di approfondire le problematiche relative ai conflitti fra utenti della strada: non si studiano soluzioni adeguate ad attenuare i conflitti (sicurezza, mancanza di percorsi, infrazioni, doppia fila, ecc). In alcuni casi si amplificano (ciclo-pedonali strette e poco segnalate).
  4. L’obiettivo dovrebbe essere aumentare la percentuale relativa alla modalità di trasporto, non solo “tutelare” i ciclisti esistenti o aumentarne il numero assoluto.  Attrarre nuovi utenti o aumentare la modalità attraverso un servizio efficiente: le ciclabili urbane sono poco percorribili, poco scorrevoli, poco riconoscibili, poco segnalate, poco raggiungibili quindi attraggono poco.
  5. Incapacità (tecnica e politica) di adottare e adattare i tantissimi modelli positivi Europei. Copenhagen fra le città più citate (40% di modalità di trasporto su bicicletta).

Difetti peculiari delle piste ciclabili:

  1. Sosta / parcheggio sulla sede ciclabile o auto in doppia fila rappresentano un problema serio per l’incolumità e un limite reale all’uso della bicicletta. Incerte (non pervenute secondo gli utenti) le contravvenzioni mentre il disagio e i rischi aumentano ( Via Cavour, via Principe Amedeo, Via Verdi, Corso Galileo Ferraris,  Via Badini,  Corso Francia, Corso Marconi le più inutilizzabili)
  2. Mancanza di coesione, connessione e continuità fra le piste su tutta la superficie Torinese.
  3. Interi quartieri tagliati fuori e totalmente insicuri (Torino nord, parte di Torino Ovest, area Corso Peschiera, alcune delle segnalazioni)
  4. Piste che terminano in punti pericolosi senza segnalazioni e raccordi con altre piste.
  5. Gli incroci sui corsi sono mal gestiti, non sono rettilinei.  L’attraversamento su controviale con triplo attraversamento semaforico vanifica continuità e scorrevolezza. L’attraversamento che vira sul marciapiede è macchinoso e aumenta i conflitti fra pedoni  e biciclette (molti ciclisti preferiscono continuare sul controviale). Es. Corso Re Umberto.
  6. Troppi cambi di tipologia sul medesimo percorso (prima promiscua, poi separata a fianco marciapiede, poi interrotta, poi separata a centro carreggiata). La discontinuità vista come gravissimo difetto. Es. Corso Vittorio
  7. Le piste fra centro carreggiata e parcheggio a pettine o fra le due carreggiate presentano problemi di sicurezza per raggiungerle (meglio quelle su sede propria, separata, a fianco del marciapiede) e difficoltà a percorrerle in modo retto. Es. corso Duca degli Abruzzi.  Meglio monodirezionali  (protette) sui due lati della carreggiata rispetto alla bidirezionale su un lato solo  (migliora la raggiungibilità)
  8. Sedi dissestate e spesso ricoperte da foglie, neve, rifiuti. Vengono sistemate molto raramente.
  9. Ciclopedonali troppo conflittuali. Devono essere segnalate meglio (colorazione, superficie, segnaletica).  (Es. Lungo Po Diaz. Via Livorno )
  10. Si lavora poco sull’intermodalità, manca  sinergia fra i diversi mezzi di trasporto (rastrelliere, parcheggi fronte metropolitana, bici e metrò, ecc)

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