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COMUNICATO STAMPA
In consiglio comunale si è discusso criticamente di bike power e di interventi “a favore dei ciclisti”.
A vederla in modo paradossale la potente lobby del trasporto pubblico avrebbe indotto la città a spendere 1 miliardo di euro per la costruzione della metropolitana , così come tutti gli interventi di miglioramento della viabilità motorizzata (rotonde, sottopassi, ecc) per cui si spendono svariati milioni di euro l’anno, identificano la diretta pressione della lobby dell’auto.
Questa visione è veramente poco condivisibile.
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Giovedì, 06 Febbraio 2014 19:45 |
Gli interventi sopracitati sono dei servizi integrati per tutti. Sono interventi per la collettività, per migliorare viabilità e i trasporti, la qualità dell’aria, la qualità della vita o la sicurezza stradale.
Gli interventi per la mobilità ciclabile sono servizi per i cittadini, non per i ciclisti. E allora smettiamola, una volta per tutte, di raccontarla in altro modo.
Una ciclabile è come una rotonda, come una linea di metropolitana. E’ un servizio (estremamente economico) che tutti i cittadini possono utilizzare e su cui la città punta per “migliorare un aspetto della realtà urbana”.
La mobilità ciclabile, banalmente, è utile per spostare una fetta di viabilità “di prossimità” (cioè di spostamenti di poche centinaia di metri, fino a 4, 5km) dal mezzo motorizzato al mezzo non motorizzato. Ne guadagnerebbe la collettività: traffico più fluido, più spazi, meno inquinamento atmosferico e acustico, minori spese, meno incidenti. Ma è tutto sin troppo ovvio.
C’è veramente Bike Power nella città con uno degli indici di auto ogni 1000 abitanti più alti d’Europa e con un indice degli spostamenti in bicicletta fra i più bassi (Torino circa 3%, Berlino 15%, Copenaghen 35%)? E lo spostamento medio a Torino è ridicolmente basso: 600 metri. La velocità media in auto è 17kmh (il secondo dato è conseguenza del primo).
- I km di ciclabili in Italia (e a Torino, nonostante il vanto) ogni 1000 abitanti sono fra i più bassi d’Europa in linea con le nazioni meno prospere (Grecia, Portogallo) 2,5 contro 12 della media europea (fatta eccezione per l’Europa dell’est).
- La bassissima qualità degli interventi è sotto gli occhi di tutti e la tolleranza verso alcuni comportamenti, come la doppia fila e l’utilizzo delle ciclabili come parcheggio, è quantomeno imbarazzante (nonostante morti, feriti, incidenti).
- Il numero di morti e feriti fra le utenze vulnerabili della strada (pedoni e ciclisti) è tragicamente alto (700 pedoni, 350 ciclisti l’anno circa) ed è, in controtendenza rispetto alla maggior parte delle nazioni europee, tornato a crescere negli ultimi anni.
- Le città del nord Italia primeggiano fra le urbanizzazioni più inquinate e trafficate d’Europa e gli interventi di moderazione del traffico e di forte interdizione ai comportamenti più pericolosi (come la moderazione della velocità, una costante negli stati più prosperi e vivibili in Europa) vengono ancora presentati come “spauracchi per gli automobilisti”.
Qualcuno ha il coraggio di chiamare tutto questo “bike power”?
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