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AMSTERDAM: Investire sulla bici per far quadrare i conti, un esempio per Torino?

Quando si parla di spazi e strade per le persone e le biciclette, viene immediato citare l’esempio di Amsterdam per il tema ciclabilità. Ed in effetti, guardando i numeri, la città può sfoggiare cifre impressionanti: su una popolazione di 851 mila abitanti, vi sono quasi 1 milione di biciclette ed ogni giorno vengono coperti circa 2 milioni di chilometri sulle due ruote. La bicicletta è usata per il 45% degli spostamenti nei quartieri centrali e circa il 30% nelle zone periferiche. Numeri in costante aumento che hanno determinato, per la prima volta nella storia, il raggiungimento del limite della capacità di carico della rete ciclabile con conseguenti problemi di “ciclo-congestione” nelle ore mattutine. Per questo motivo, la città di Amsterdam e la sua area metropolitana hanno negli ultimi anni incrementato il budget per la bicicletta, investendo circa €25 milioni di euro e sono in programma grandi opere come ponti ciclabili per il valore di €150 milioni di euro. In contrapposizione, la città di Torino – che conta poco più degli abitanti di Amsterdam – investe poco meno di €300 mila euro per la bicicletta, ovvero se Amsterdam investe €1, Torino ne investe € 0.008. È normale chiedersi se l’investimento di Amsterdam, pari a 125 volte quello di Torino, effettivamente benefici o meno gli “amsterdammers” e se valga la pena che Torino ne segua l’esempio. Da economisti abbiamo tirato fuori la calcolatrice ed iniziato a fare i conti della “bikenomics” di Amsterdam.

300 milioni di Km pedalati grazie alle infrastrutture

Grazie agli investimenti effettuati tra il 2010 e il 2015, i km pedalati ad Amsterdam sono aumentati di 300 milioni in totale – quindi da 1.7 milioni a 2 milioni di km al giorno. La maggior parte di questi km proviene da spostamenti che venivano fatti in automobile. Se più persone vanno in bici e meno in automobile vuol dire una cosa sola: meno traffico. La città ha risparmiato, infatti, circa 6 milioni di ore di code di traffico (circa 7 ore di traffico pro-capite). Il valore economico di questo beneficio ammonta a quasi €60 milioni di euro grazie ad un incremento della produttività e dell’efficienza logistica.  La riduzione del traffico ha anche avuto importanti effetti a livello di pianificazione dei trasporti. Ad esempio, sono stati spenti 5 incroci semaforizzati (snellendo ancora di più il traffico) e molti altri sono in fase di spegnimento. Meno traffico vuol dire altresì un trasporto pubblico più efficiente – grazie ad una velocità commerciale aumentata del 15% – e quindi più competitivo. Questo ha reso il trasporto pubblico più attraente per i viaggiatori con un aumento dei ricavi di €27 milioni. Usare la bicicletta invece dell’auto comporta importanti vantaggi per la salute con una riduzione del 50% dei rischi di malattie cardio-vascolari. L’aumento delle persone che si sposta in bicicletta tra il 2010 e il 2015 ha determinato risparmi sanitari pari a €15 milioni. Naturalmente, meno spostamenti motorizzati vuol dire anche minore inquinamento ambientale ed acustico e quindi un risparmio sulle misure di riduzione o compensazione dei danni ambientali pari a €15 milioni. In totale, investimenti copiosi di quasi €100 milioni di euro in 5 anni per convincere più persone a scegliere la bicicletta sono stati pienamente ripagati da €125 milioni di benefici economici. Ovviamente si tratta di benefici che non si vedono immediatamente nei bilanci comunali ma che richiedono una programmazione e visione di lungo periodo. Investire nella bicicletta genera altresì economia locale. Ad Amsterdam sono in crescita vertiginosa il numero di aziende che lavorano nell’ambito della bicicletta. E in 5 anni sono totalizzati 900 posti di lavoro con un fatturato stimato di oltre €100 milioni. Infine, gli investimenti in aree pedonali e ciclabili ha incrementato puntualmente il valore delle abitazioni che vi si affacciano di circa il 20%. In fin dei conti, non serve chiedere se si preferisce vivere in un’abitazione circondata da traffico e inquinamento o in un luogo dove scendendo di casa vi sono persone che passeggiano e vanno in bicicletta?

Una possibilità in più, un servizio in più, un diritto in più

Ma investire sulla bicicletta fornisce soprattutto un’opzione di trasporto in più, anche per coloro che non possono o non hanno le risorse per spostarsi in auto o in trasporto pubblico. Ad esempio, i bambini e i giovani sotto i 18 anni (circa il 20% della popolazione europea) hanno pur sempre il diritto di accedere a luoghi di istruzione, svago e tempo libero in maniera indipendente. Un’ultima considerazione va fatta in merito alla questione dello spazio pubblico. L’economia dei trasporti è anche l’ottimizzazione delle risorse scarse e gli spazi pubblici sono una di queste. L’automobile non occupa esclusivamente lo spazio per parcheggiarla, ma occupa superficie per il moto e per sostare in varie destinazioni della città. Includendo tutte queste considerazioni, un’automobile richiede circa 92m2 di spazio urbano. Ovvero, per ogni automobile, una città deve ricavare lo spazio di un ampio appartamento per poter dare accessibilità veicolare. In un contesto di urbanizzazione ed incremento della popolazione urbana, la scelta di continuare a facilitare questo modello di trasporto è impensabile. Nonostante Amsterdam abbia solo circa 2.5 automobili ogni 10 abitanti, queste occupano circa il 68% dello spazio pubblico. Che dire di Torino dove le auto sono 6 ogni 10? All’opposto il pedone ed il ciclista richiedono 1m2 e 5m2 rispettivamente. Con un’occupazione del 10% dello spazio, la città di Amsterdam offre appunto 2 miliardi di km di mobilità in bicicletta. I costi di manutenzione degli spazi variano nettamente per tipologia di veicolo che vi transita. In media, se una strada urbana dedicata al traffico veicolare costa in 10 anni dal 15-30% del valore dell’investimento iniziale, una pista ciclabile ed un percorso pedonale soltanto il 5%. Convertire gli spazi dall’auto alla persona può anche essere vista come una strategia per ridurre i costi di manutenzione. Non lamentiamoci poi delle buche o voragini che si aprono nella strada e dell’emergenza tappa buche. Forse non avevamo fatto i conti prima. 

Investire sulla bici paga

Il risultato è chiaro, investire sulla bicicletta e la persona ripaga e beneficia tutti. I benefici si manifestano però nel medio periodo e pertanto bisogna partire soprattutto da una chiara visione del futuro. Se non vi è una direzione da seguire, chiaramente ci si limita ad interventi sporadici, incrementali e basati su logiche di emergenza. Tenere conto di tutti i costi e benefici è una questione di razionalità sulla quale la politica e i processi decisionali dovrebbero provare a basarsi più frequentemente. Le opportunità per Torino ci sono ma chiaramente ci vuole anche il coraggio di osare.

Nota: le cifre in questo articolo sono tratte dal rapporto Bikenomics Amsterdam di Decisio. Tutti i punti di partenza e i calcoli possono essere trovati qui: http://www.fietscommunity.nl/projecten/bikenomics-amsterdam/

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