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[av_heading heading=’Costruiamo noi la strada: “la città gentile”‘ tag=’h2′ style=’blockquote modern-quote modern-centered’ size=” subheading_active=” subheading_size=’15’ padding=’10’ color=” custom_font=”][/av_heading]
[av_heading tag=’h3′ padding=’10’ heading=’di Alfredo Drufuca’ color=” style=’blockquote modern-quote’ custom_font=” size=” subheading_active=” subheading_size=’15’ custom_class=”][/av_heading]
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Essere gentili significa rispettare e aiutare l’altro in caso di difficoltà. Tutti vorremmo essere e incontrare persone gentili. Ma può una città essere gentile? E come?
La città è gentile anzitutto nei comportamenti, a partire da quelli dei suoi cittadini più rumorosi e più invasivi, cioè degli automobilisti.
Una città dominata dai comportamenti aggressivi, dalla velocità, dai sorpassi, dal non rispetto delle regole, dalle doppie file, dalla prepotenza, non potrà mai essere una città gentile.
Individuare le strade
Occorre quindi individuare bene le strade che sono indispensabili per il funzionamento del traffico e che vanno ridisegnate dimensionando senza inutili eccessi gli spazi di circolazione e di sosta, proteggendo gli spazi pedonali, inserendo sistematicamente i dispositivi di controllo dei comportamenti; le altre strade vanno invece sottratte al linguaggio dell’automobile, sino a negarlo del tutto, come si dovrebbe ad esempio fare per tutte le strade interne alle zone residenziali che devono in primo luogo essere concepite come spazi di socialità e gioco.
La città gentile poi deve esserlo nella sua organizzazione urbanistica, che deve essere non segregata e segregante, con servizi e opportunità distribuiti e vicini alle residenze, senza i gigantismi dei grandi centri commerciali che concentrano molte funzioni in pochi luoghi lontani e costringono a spostamenti troppo lunghi e necessariamente motorizzati.
Si deve invece garantire ai cittadini la prossimità ai servizi di cui hanno bisogno: le scuole, il verde, i negozi per gli acquisti quotidiani.
Organizzare lo spazio pubblico
La città è inoltre gentile nella qualità e nell’organizzazione dello spazio pubblico.
Ciò in primo luogo significa che quest’ultimo deve cessare di essere disegnato attorno all’automobile o deformato da quest’ultima, con spazi ovunque e comunque consegnati alla circolazione e alla sosta dei veicoli e sottratti a ogni altra funzione, con marciapiedi inesistenti e schemi di circolazione contorti, fatti per far passare e sostare quante più auto possibile.
Significa poi intelligenza e sensibilità dei progetti di riqualificazione, qualità dei materiali usati, attenzione nella manutenzione e, soprattutto, presenza diffusa del verde.
La città deve essere gentile nelle opportunità di mobilità, deve cioè garantire a tutti e in tutte le condizioni in cui si trovano nel corso della loro vita la possibilità di muoversi: viviamo invece in città nelle quali ci si può spostare solo in automobile perché quasi sempre il trasporto pubblico è insufficiente o inesistente, mentre la mobilità fatta a piedi o in bicicletta può contare su spazi residuali, poco confortevoli e spesso pericolosi.
Conoscenza dei cittadini
Infine, e soprattutto, la città è gentile nella coscienza dei propri cittadini, che devono realizzare una consapevolezza diversa e più profonda della vita propria, di quella degli altri e delle condizioni che ne permettono un dignitoso svolgimento.
Per questo sono importanti le iniziative di educazione nelle scuole, la progettazione partecipata, la costruzione di un rapporto costruttivo e trasparente tra pubblica amministrazione e cittadini e, cosa sempre più importante, la creazione di occasioni di discussione tra cittadini e cittadini che siano davvero aperti e non sequestrati dal cinismo delle propagande di parte.
Milano, 25 Aprile 2018
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