[av_one_full first min_height=” vertical_alignment=” space=” custom_margin=” margin=’0px’ padding=’0px’ border=” border_color=” radius=’0px’ background_color=” src=” background_position=’top left’ background_repeat=’no-repeat’ animation=” mobile_display=”]

[av_heading heading=’Bike Pride: “Sei arrabbiato/a perché domani ti bloccano l’auto? Ecco, anche noi.”‘ tag=’h2′ style=’blockquote modern-quote’ size=” subheading_active=” subheading_size=’15’ padding=’10’ color=” custom_font=”][/av_heading]

[/av_one_full][av_one_full first min_height=” vertical_alignment=” space=” custom_margin=” margin=’0px’ padding=’0px’ border=” border_color=” radius=’0px’ background_color=” src=” background_position=’top left’ background_repeat=’no-repeat’ animation=” mobile_display=”]

[av_textblock size=” font_color=” color=”]

Perché siamo arrabbiati? Noi in bici dovremmo essere contenti se ci sono meno auto in giro, no?

No.

Perché non è un giorno o una serie di giorni con un po’ di auto bloccate a cambiare davvero la situazione. Le serie di dati riportate dal Comitato Torino Respira ci dimostrano che in realtà i blocchi, così come sono gestiti ora corrispondono a una chiusura della stalla quando i buoi sono scappati. Quindi perché siamo arrabbiati? Perché da anni ci battiamo per un cambiamento di mobilità, e quindi di mentalità, che richiede tempo, progettazione, sperimentazioni vere, basate su dati raccolti con metodi scientifici.

Chi usa la bici quotidianamente lo fa per andare a lavoro, per portare i figli a scuola, per fare la spesa, raggiungere impegni, appuntamenti e ha bisogno di spostarsi in modo efficiente.

Siamo consapevoli delle difficoltà di una persona che da un giorno all’altro scopre che domani non potrà spostarsi come aveva previsto e deve riprogrammarsi la giornata, probabilmente costretta a rinunciare a qualcosa.

Quello che vorremmo dalle istituzioni è uno sforzo ben strutturato per indirizzare le persone verso modi di muoversi che siano meglio organizzati e meno inquinanti per proteggere la salute di tutti, fisica e mentale. I blocchi temporanei portano le persone a pensare di dover comprare un’auto nuova che, per qualche anno, non sarà bloccata, alimentando una spirale consumistica che, ormai ci sembra chiaro, sta portando il pianeta verso il collasso totale.
Quindi anche noi promotori della mobilità sostenibile e attiva siamo arrabbiati, forse anche di più.

Abbiamo un invito rivolto ai cittadini: permetteteci di mostrarvi il nostro punto di vista, di cercare modi diversi per muoversi che possano rendere le giornate più felici (come è stato dimostrato scientificamente). Chi è senza auto, provi a tirare fuori la bici che sta arrugginendo in cantina e provi per un solo giorno a spostarsi in un altro modo. Se serve aiuto per studiare il tragitto, farsi accompagnare, capire come comportarsi in strada, noi siamo a disposizione.

Da arrabbiati, spingendo sui pedali, ci si sfoga meglio!

Consulta della mobilità ciclistica e della moderazione del traffico

[/av_textblock]

[/av_one_full]